Il Corpo di Napoli
di Antonio Savarese
Ogni mattina, con
il mio zaino in spalla, scendevo le scale, aprivo il portone e iniziava
la mia passeggiata nel mondo della fantasia.
Sì fantasia, perché per un bambino di 9 anni passeggiare
tra i Decumani era come visitare un mondo fantastico, ogni vicolo
era la rappresentazione di un mondo ed ogni faccia diveniva un personaggio.
Appena dopo piazza San Domenico Maggiore, proseguivo per Piazzetta
Nilo; nel vicino Largo Corpo di Napoli, a ricordare la colonia alessandrina
che aveva abitato quei luoghi ai tempi dell’impero romano, c’era
la statua del Nilo.
Davanti alla statua c’era sempre seduto un vecchio signore,
dall’aria severa ed austera, ed io non potevo fare a meno di
fissarlo, mi incuriosiva.
Nel mio mondo sarebbe potuto essere benissimo un Orco o magari un
Mago, ma in realtà chi era?
Me lo sono domandato mille e mille volte, la sua storia mi affascinava.
Quel giorno fu lui a chiamarmi:
“Per favore ragazzo, avvicinati”
Ero un po’ spaventato, ma la voglia di sapere vinse.
“Eccomi, signore posso aiutarla?”
“Si, tu mi aiuterai, tu sarai quello che io non potrò
più essere, tu sarai il nuovo custode dei segreti di Napoli”
“Sono solo un bambino, come farò?”
“Ti ho osservato bene, è vero tu sei un bambino, ma ami
questa città, lo si legge nel tuo sguardo, quando cammini i
tuoi occhi ammirano tutto ciò che ti circonda”
“Non capisco signore, Lei chi è?”
“La statua, vicino alla quale sono seduto, rappresenta il Corpo
di Napoli: qui si racconta che ci sia il centro esatto della nostra
città, qui sono racchiusi tutti i suoi segreti ed io sono il
loro custode.
Se tu vorrai te li insegnerò, ci vorrà del tempo, ma
tu puoi riuscirci, io sono vecchio ormai e devo trovare un successore”
“Quali segreti?”
“I misteri, le leggende e le storie che anno dopo anno sono
accadute in questi luoghi; ogni singola strada, ogni singola pietra
è stata testimone del passato.
I giovani di oggi corrono senza fermarsi mai, corrono accecati dal
futuro e spesso dimenticano, dimenticano le loro origini, dimenticano
la loro storia, dimenticano le loro tradizioni. Io sono qui per ricordare
il passato, perché senza di lui il futuro non arriverebbe mai.”
“Voglio essere il nuovo guardiano della memoria, voglio conoscere
tutto, non ci sarà giorno, non ci sarà notte in cui
non penserò a ciò, ora ho una missione e devo portarla
a termine.”
“Inizieremo subito, ogni pomeriggio tu verrai qui e io ti dirò
tutto quello che so e ti mostrerò posti mai visti e luoghi
fantastici”.
È stato così che è iniziato il mio viaggio dentro
Napoli, pian piano, ho iniziato a scoprire un mondo a me del tutto
nuovo ed oscuro, i miei compagni di viaggio sono stati, la fantasia
e la curiosità.
La mia guida mi ha mostrato i tesori inesplorati e svelato quelli
nascosti, dopo un po’ il centro storico è diventato il
mio ambiente naturale, conoscevo qualunque strada e ogni cosa fosse
successa lì; la cosa mi piaceva molto, mi faceva sentire speciale.
Quel pomeriggio ero andato sotto la statua per l’ennesima lezione,
ma stavolta lui non c’era, al suo posto un biglietto:
“Caro amico non ho più cose da insegnarti, quello che
io so ora lo sai anche tu, il mio compito si è esaurito, ora
il nuovo depositario della memoria sei tu”
Ancora oggi, a distanza di trenta anni da quel giorno, ogni volta
che passo in quella piazza, davanti a quella statua, mi prende un
tuffo al cuore, ed il mio pensiero vola a cercare quel vecchio. Mi
mancano la sua barba e le sue mille parole…..non lo dimenticherò
mai e soprattutto, non dimenticherò mai quei pomeriggi passati
a scoprire l’anima della mia città.
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